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La Storia di Giove
Giove, pastore tedesco non proprio puro, era un cane molto affettuoso che viveva in una frazione di Rocca D’Arazzo. Purtroppo, un brutto giorno, la sua famiglia decise di cambiare abitazione: sparirono tutti nel nulla abbandonandolo legato alla catena. Richiamati dai suoi guaiti, i vicini, immaginando un abbandono momentaneo, gli lanciarono il cibo dalla recinzione di quel giardino dove, fino a poco tempo prima, lui scorrazzava allegro.
Col passare dei giorni, i vicini incominciarono a insospettirsi e si rivolsero al Comune di Rocca D’Arazzo nelle vesti di Laura. Immediatamente fu avvertito l’Ente Protezione Animali e subito arrivarono due incaricati intenzionati a porre rimedio. Alla vista della recinzione, i due manifestarono la loro impossibilità ad intervenire in luoghi privati così protetti e se ne tornarono alla loro sede. Ma Laura non si arrese: trovò una brava persona che in breve entrò nella recinzione e liberò il cane dalla catena.
Fu così che Giove giunse nel Cortile del Comune di Rocca D’Arazzo dove trovò compagnia con altri compagni di sventura. Gli stenti sopportati negli ultimi giorni gli avevano creato gravi problemi alla cute con perdita quasi totale del pelo. Curato amorevolmente, anche grazie all’aiuto di un dottore in servizio presso la Guardia Medica, in breve tempo guarì e ricomparve la sua bella pelliccia. Ogni giorno si celebrava un rituale. Laura arrivava poco prima delle otto e faceva visita i cani, posava il cibo che aveva preparato a casa, apriva il cancello del cortile, li lasciava liberi di scorrazzare in piazza e raggiungeva il posto di lavoro al servizio del pubblico.
I cani gironzolavano liberi e, dopo una decina di minuti, immancabilmente salivano le scalinate del Comune, spingevano la porta dell'ufficio ed entravano in modo da farsi notare: Laura interrompeva il suo lavoro e li accompagnava nella loro residenza abituale, chiudeva il cancello e, dopo aver riempito le loro ciotole, tornava al lavoro in ascensore.
Passati alcuni anni, per necessità logistiche Giove andò a vivere insieme a un Setter inglese in un altro luogo di Rocca D’Arazzo in un ampio spazio gentilmente messo a disposizione e da noi recintato. Quì due compari si sentivano soli e, ben presto, capirono che si potevano scavare gallerie sotto la rete e nottetempo far visita ai cani che vivevano nelle case vicine. Presto si manifestò nei vicini un po’ di avversione per questi due cani che provocavano l’abbaiare degli altri tanto da disturbare la quiete notturna. Decidemmo di cercare famiglie adottive: il Setter trovò quasi subito casa a S. Caterina di Rocca D’Arazzo e il Pastore tedesco rimase solo.
Giove venne così ad abitare nel nostro ampio cortile interamente cintato da barriere invalicabili. Qui avrebbe potuto correre liberamente senza creare problemi agli altri abitanti di Rocca D’Arazzo. Da subito si è evidenziato un problema: i quattro gatti di casa venivano aggrediti ed erano costretti a schizzare sugli alberi per evitare i denti del cane. Come risolverlo? Una parte del cortile era in terra battuta e potevamo riservarla al cane. Detto fatto. Abbiamo costruito una cuccia spaziosa, abbiamo sistemato al centro dello spazio a disposizione un perno infilato nel terreno e a questo abbiamo attaccato una catena lunga circa 12 metri. Giove poteva disporre quindi di una superficie circolare di circa 25 metri di diametro. Se i gatti invadevano questo spazio Giove li inseguiva ma loro erano velocissimi a superare il limite che il cane poteva raggiungere. Ben presto sia il cane che i gatti hanno capito qual era la divisione del territorio e hanno iniziato a rispettarla.
Passarono i giorni e vennero le piogge primaverili. Per comodità iniziammo a posizionare le ciotole del cane al limite del suo spazio in modo da evitare di sporcarci troppo le scarpe nel terreno impregnato d’acqua. Avvenne un fatto strano: i gatti iniziarono ad avvicinarsi alle ciotole dal lato opposto rispetto al cane fino a riuscire a mangiare il cibo contenuto. Il cane, dopo averli scacciati per un po’ di tempo abbaiando e strattonando la catena, imparò a sopportarli. Durante tutta l’estate cane e gatti si abituarono a mangiare insieme e fu con grande sorpresa che, al sopraggiungere dei primi freddi, vedemmo, un mattino, il cane e un gatto che uscivano dalla cuccia: avevano dormito insieme. Fu così che Giove riconquistò la sua completa libertà e per alcuni anni visse libero e felice insieme ai gatti.